Spingiamoci oltre
Tuesday, April 12th, 2011 - 01:23 - Torino Non Muore
Spingiamoci oltre. E’ troppo poco costruire un doppio palazzo di sette piani accanto alla Mole Antonelliana. Copriamo con una immensa colata la Mole stessa. Trasformiamola in un parallelepipedo di cemento armato. Sono sicuro che il Comune di Torino ci guadagnerà una montagna di oneri di urbanizzazione. E’ geniale: spianiamolo tutto, riempiamo il centro barocco di cubi di ferro. Una bella periferia sovietica nelle storiche vie di Guarini, Juvarra e Antonelli. Già che ci siamo, io coprirei e asfalterei anche il Po. Facciamoci sopra una sopraelevata di acciaio, poi non se ne parli più. Continuiamo a scavare. Babele raggiunga il cielo.
Mi sono sempre chiesto chi abbia autorizzato la costruzione di Palazzo Nuovo (ha quasi 40 anni e continua a chiamarsi così, di nuovo ha solo le matricole che ogni anno varcano la sua soglia per la prima volta).
Un pugno nell’occhio da qualunque prospettiva lo si guardi, tanto più che si trova accanto al simbolo di Torino pur non offuscandolo.
Dalla collina è un colpo al cuore ed alla sensibilità estetica di chiunque.
Recentemente sono stato a Berlino e di quella città ho apprezzato soprattutto la capacità di fondere insieme nuovo e antico, la modernità alle preesistenze.
Nuovo e antico possono ovviamente coesistere per non trasformare le città in musei a cielo aperto ma anche in questo, come in tutte le attività umane, serve criterio.
Hassan,
condivido ciò che dice Alessandro.
L’articolo che citi è molto giornalistico (semplifica tutto) e il redering nella foto mi sembra troppo ‘banale’.
Potresti fornirmi altri dettagli?
Saluti,
Salvatore D’Agostino
Sono d’accordo con te, @Alessandro, nuovo e antico possono coesistere: credo che nel centro di Torino siano rimasti spazi da riempire e storture da rimuovere. Se ci si limita a conservare l’esistente o si muore o, nella migliore delle ipotesi, si diventa un museo.
Palazzo Nuovo non è un bell’edificio, anche se ormai è colato nell’identità di Torino. Sarà che ci abbiamo studiato, sarà ci siamo abituati, ormai trabocca di significato, non fosse altro per il fatto che gli studenti – fra graffiti e sputi – sono riusciti ad appropriarsene e a farne un luogo vissuto.
Nel caso specifico del doppio palazzo di sette piani accanto alla Mole Antonelliana, @Salvatore, uno dei problemi è proprio questo: non se ne sa molto. Quello che posso dirti, è che l’angolo in cui dovrebbe sorgere è uno dei pochi punti in cui ci si può fermare a testa in su per guardare la Mole. E’ una sorta di luogo sacro in cui noi torinesi portiamo orgogliosi i turisti per farli restare a bocca aperta. Dall’altro lato della Mole, in via Montebello, lo spazio è minore e c’è più caos, per cui la poesia di una notte sotto il tempio si rompe. Credo che su questo, un fotografo potrebbe dire molto.
Poi vorrei saperne di più anche io, insieme a te, ma già me lo immagino: vedo un turista giapponese che dal Monte dei Cappuccini fotografa la Mole Antonelliana adagiata come un’astronave liberty nel centro barocco di Torino e poi a casa, nel buio del suo studiolo, cancella con Photoshop questo ennesimo obbrobrio edilizio. Credo che Torino meriti di meglio, a partire dall’abbattimento selettivo di molti palazzi orribili costruiti nel boom della ricostruzione postbellica anche in centro, nei buchi lasciati dalle bombe.
Accanto alla Mole giacciono le spoglie del Teatro di Torino. Lì io mi immagino una struttura di vetro che si incolli leggera alle macerie perimetrali, mediando fra i palazzi RAI di via Verdi, il Cinema Massimo, l’Auditorium, il bellissimo Istituto Avogadro e la Mole stessa, in quello che potremmo definire il quartiere sabaudo della celluloide. Eppure, in questo momento, non so se la Città abbia un progetto per quei ruderi.
Nel frattempo, credo che tutti continueremo a cercare…
Hassan,
seguirò le tu riflessioni sulla città.
Saluti,
Salvatore D’Agostino