E penso a me stesso

Notte forsennata. Bici ricolme di piante davanti al fiume. Cibo racconcio fra eccentrici sconosciuti. Fatico a trovare parole con un’australiana nata a Sarajevo. Sebastiano mi è fiero compagno di incomunicabilità. Stancamente muoviamo verso un triangolo di case in festa. E’ birra disseminata nei cortili. Rivoli di sangue ammattonati di carne. Ha il riflesso muto di un’aurora boreale. Si esaurisce in un divano arrotolato in mezzo all’asfalto. L’immobilità favorisce inattesi incontri. Studenti ubriachi, perduti amici. Riempiono il cuore di emozioni sobrie. Mi divorano di affetto e passione pura. Fino a quando cammino da solo nel buio. E penso a me stesso.