Infinito succedersi di gambe

Il vento spandeva spasmi gelati lungo il dorso delle montagne. Fiaccole punteggiavano il buio. Folla, e bianche bandiere al vento. Abbracciai un fratello ritrovato. Era il sorriso di un figlio. La muta mitezza di un amico. Un bicchiere di vino aprì il ricordo di un verso. Un gomitolo si dipanava attraverso le ombre. Lungo il fiume il pensiero si confondeva. Quante volte avevo calpestato le stesse pietre? Infinito succedersi di gambe. Lontano dal clamore la Storia cammina in silenzio. Porta sulle spalle il faro acerbo della ragione. La bellezza non conosce se stessa. Mormora le lacrime di un canto partigiano.