Accarezzo una matita

Accarezzo una matita. Ha il sapore colorato di una brezza affogata sotto braghe corte. Il sole ha spogliato la polvere dei tetti. Il vetro dipinto di una cartoleria. Annuso secoli di righe spezzate. Inchiostro acido sulle narici. Toppe cucite su pelle candida. Hanno il gusto di un pavimento peloso. La vecchia scuola un bianco timone sul ponte di una nave grigia. Corro azzurro oltre la strada. Annuso i fumi di una fabbrica. Abbraccio nudo il campanile diroccato. I miei occhi scrutano il marciapiedi. Vermi arrotolati leccano rivoli d’acqua. L’estate correva lunga quanto il resto dell’anno. Era un ticchettare di polpastrelli.