Diciamolo, non basta
Abbiamo la manovra. Contiene una polpetta avvelenata, la revisione dei contratti di lavoro, e uno specchietto per le allodole, la tassa sui redditi medio alti. E’ proprio questo il punto: interviene sui redditi, ma non sui patrimoni; mentre sulla lotta all’evasione fiscale restano molti dubbi. Il Piemonte perderebbe le province di Asti, Biella, Verbania e Vercelli. Diciamolo, non basta. Ha ragione Diego Novelli nel dire che a Torino la Città Metropolitana può assorbire la Provincia. Di più, dovremmo proporre l’abolizione delle altre province piemontesi. E poi chiedere che i maggiori risparmi siano destinati ad un fondo regionale. Per finanziare l’innovazione.
->Mauro Paolis – Torino, aeroporto<-
Io invece sono molto cauto circa quanto a più voci auspicato. Da sempre guardo con sospetto l’abolizione delle Province e ancor più l’accorpamento dei piccoli Comuni. Temo fortemente che il risparmio promesso vada a scapito -specie per ciò che attiene allo scioglimento dei piccoli comuni- di una precisa identità locale e vada minando sentimenti di appartenenza, orgoglio e dignità.
Il pericolo indubbiamente esiste: ad esempio, quando sento che la Valle dell’Orco potrebbe vedere i suoi comuni confluire in un comune della Val Susa provo tristezza. Eppure penso che la Valle dell’Orco potrebbe essere amministrata in modo più efficiente se si unisse in un solo comune. Sul ruolo delle province continuo a nutrire molti dubbi, anche perché istituzionalmente sono un vaso di coccio fra due vasi di ferro. Certo, dimezzare i parlamentari sarebbe una buona cosa, ma non la considero un’alternativa alla razionalizzazione amministrativa in ambito locale. Il dibattito è denso, mi riprometto di seguirlo con te.
[...] risiamo. Ad un anno di distanza, nulla cambia nell’Italia del Gattopardo. Il Governo torna a perorare la causa dell’abolizione [...]