Un uomo taglia l’erba

Il vento secca la pelle. Un caldo improvviso ha guastato il sonno dei mediocri. Io emergo dal letargo grattandomi il naso. La città è asfalto scuro, bagnato da labbra aperte. Mi avventuro spento fra la luce immutata del vecchio quartiere. Un uomo taglia l’erba. Ciminiere rotte, sabbie addossate a tubi ostruiti. Giardini aperti, un buco nel muro. Gli occhi accesi di una donna sola. Alberi disegnati sulle pareti di una scuola. I bambini giocano con le pagine. Non trovo più i libri. Un amico chiama. Lascio il Novecento in una lacrima assopita. Torno vomitando sulle spalle del nostro tempo ingrato.