Ora scorrazzano liberi
Non sono fascisti: possiamo chiamarli ‘Neri’ o ‘Black Bloc’, ma restano il seme amaro che non abbiamo saputo estirpare. Sono l’ignoranza che ci seppellisce. E’ cresciuta perché il Partito Democratico ha inseguito per anni il sogno di un sistema bipartitico, contribuendo a fare del Parlamento l’aia del dittatore. Si è rinvigorita perché i partiti di Sinistra e i movimenti stessi non hanno saputo tenere ferma la linea della non violenza. Ora scorrazzano liberi. E otterranno un solo risultato: spaventeranno la stragrande maggioranza degli Italiani, nutrendo in loro il desiderio dell’uomo forte. Non è l’era di Internet, siamo rimasti alla radiotelevisione.
->Simone Tagliaferri – Periferia – Murales<-
Non alla radiotelevisione, ma al Medioevo!
Ciao @Giuseppe,
forse non siamo rimasti al Medio Evo, ma penso che tu abbia ragione: corriamo il rischio di tornarci.
mentre molti parlano di infiltrati, mi sembra che tu punti il dito su un’amara verità: questi sono i figli della disattenzione, della disgregazione, della mancanza di fiducia nelle proprie idee. Per il governo è stato facile assecondarli per poter cogliere tutti i vantaggi di una manifaestazione poco roganizzata. Forse è il segnale che le forme di organizzazione spontanea non siano possibili?
Ciao @rem,
credo anche io che il Governo e le forze dell’ordine abbiamo delle responsabilità. Ma se mi guardo dentro, e mi immedesimo in uno di quei poliziotti, allora posso chiedermi: cosa avrei fatto io al loro posto? Ho visto il filmato della camionetta accerchiata e incendiata, su Repubblica, e mi sono detto: ma quanti erano? Dobbiamo davvero credere che fossero tutti degli ‘infiltrati’?
Complesso è il tema delle forme di organizzazione spontanea. Qui delle due l’una: o il web non prevede nuovi leader e allora sono pur sempre i partiti e i movimenti tradizionali a dover produrre una sintesi politica; o il web è in grado di produrre nuovi leader e strumenti di controllo della violenza endogena alla protesta e può dunque portare soluzioni concrete per affrontare la crisi. In mezzo, c’è un guado pericoloso in cui gli apprendisti stregoni soffiano sul fuoco: ed è proprio questo ciò che più spaventa.
Coraggio, restiamo lucidi
sul ruolo del web sono scettico, finora ha portato a poco, ma è colpa nostra, non certo del mezzo.
Ho trovato interessante leggere la lunghissima serie di commenti su Giap (http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=5599), questo quello che penso di aver capito:
1. la violenza era premeditata e organizzata, si tratta in sostanza dell’atto deliberato di una frangia di sabotare la manifestazione per acquisire visibilità all’interno dei movimenti e impedire che modalità di protesta più moderate prevalessero;
2. gli organizzatori lo sapevano e non hanno fatto niente per impedirlo;
3. le forze dell’ordine lo sapevano e si sono prestati volentieri a fare da comprimari in questa farsa;
4. gli unici che non sapevano erano le migliaia di persone che volevano manifestare pacificamente.
Tutti sostengono che il risultato di sabato fosse inevitabile, ma perché allora negli altri paesi è andata diversamente, in che cosa sono più bravi di noi?
Ciao @rem,
non ho letto i commenti su Giap, ma la ricostruzione che fai – visto da fuori – mi sembra calzante. E’ difficile rispondere alla tua domanda. L’Italia è un paese complesso, molto stratificato socialmente. In questo, davvero, assomiglia più alla Grecia che agli altri paesi europei. In ultima analisi, io temo che il fuoco abbia covato troppo sotto la cenere: la televisione ha tenuto per trent’anni un popolo intero lontano dalla realtà, ma ora sembra sul punto di rompersi. Non a caso, persino i fondatori di Forza Italia si dicono indignati. E di cosa? DI se stessi, forse? E’ il colmo. Questo movimento non è ancora nato e già tutti corrono per appioppargli addosso il proprio cappello. Le generalizzazioni non hanno mai portato nulla di buono e il rischio concreto è scivolare dalla dittatura del tiranno a quella della maggioranza.
Non voglio fare del complottismo a buon mercato ma in un paese che nasconde nei suoi cassetti più ombre che luci, nel paese di Aldo Moro, nel paese di Ustica, di piazza della Loggia, di Bologna, delle “Stragi di stato”, della strategia della tensione e del delirio senile di Cossiga io mi aspetto di tutto.
Non sto dicendo che tutti quei giovanottoni incappucciati e nascosti dai caschi fossero agenti della Digos o carabinieri ma gli infiltrati ci sono eccome e non si tratta di dietrologia ma di una strategia usata in quasi tutti i paesi cosiddetti civili e democratici.
Se poi non volessimo credere alla storia degli infiltrati dobbiamo chiederci che cosa ha fatto nelle settimane precedenti al 15 ottobre la cosiddetta “Intelligence”, figlia di quella che negli Anni ’70 lasciava ammazzare dirigenti, giornalisti e magistrati per aggregare il consenso attorno alla Dc e tenere lontano il Pci dal governo?
Oppure dobbiamo chiederci perché le forze dell’ordine siano semplicemente state a guardare mentre quando si tratta di usare il pugno di ferro contro gli abruzzesi che chiedono case (quelle promesse dal Governo peraltro), gli studenti (anche piccoli) o gli operai non ci si pensa due volte.
Si dirà che forse c’era la paura di un’altra Genova…ma sono abbastanza ovvie due cose. Dietro c’era una strategia per rovinare la bontà di una protesta legittima e pacifica ma fastidiosa per il Governo.
Secondariamente, anche la violenza dei cosiddetti Black Block, per quanto non giustificabile contiene un messaggio di disagio giovanile, di mancanza di obbiettivi, di futuro, di speranze. Un Governo serio terrebbe in considerazione anche questo.
Invece oggi sento qualcuno (e non solo nella maggioranza) invocare la legge Reale, leggo di perquisizioni che ricordano quelle di Dalla Chiesa contro le Br e intravedo solo repressione.
Peggio per loro. Questo è un paese sull’orlo dello sfascio e chi continua a seminare vento continuerà a raccogliere tempesta.
Non è il Medioevo, è il Ventennio del XXI secolo.
Mi auguro solo non si debba tornare in montagna con i fucili.
Ciao @Alessandro,
la tua ricostruzione è molto ricca di stimoli. Vado con ordine, ma più per il piacere di confrontarmi con te che per il desiderio di esprimere certezze che sinceramente non ho. Sì, l’Italia è un paese con molti segreti, ma la spiegazioni meno complesse spesso sono più calzanti. La pratica di infiltrare poliziotti all’interno dei movimenti pare effettivamente diffusa, però i filmati mostrano impietosamente che di persone con i caschi e le mazze in mano ce ne erano molte.
Sono convinto anche io che sia mancata un’attività di intelligence e sono altrettanto perplesso sul fatto che in alcune circostanze il pugno di ferro sia inflessibile, mentre in altre circostanze la polizia sembra impotente. Del resto, se ci fossero stati degli arresti preventivi avremmo detto che si trattava di un processo alle intenzioni e forse io per primo avrei lamentato una violazione dei diritti civili. Colpisce, comunque, che alcuni non siano stati presi e arrestati sul fatto.
Ho sempre una certa paura quando qualcuno – Di Pietro compreso – invoca le leggi speciali. Però c’è un limite: i Black Block saranno anche una espressione di disagio giovanile, ma io inorridisco quando sento esponenti del movimento degli Indignati dire che loro sono non violenti ma rispettano altre forme di protesta messe in atto da altri giovani. E’ una sorta di invocazione a farsi infiltrare da virus letali. Sulla non violenza bisognerebbe essere intransigenti. Altrimenti, è finita.
Le guerre civili sono sempre possibili. Alla fine degli anni Ottanta, Željko Ražnatović era il capo degli ultra della Stella Rossa di Belgrado. Cinque anni dopo, lui era a tutti noto come il comandante Arkan e le sue tigri avevano ucciso migliaia di persone. Sì, vorrei che i violenti fossero colti sul fatto e che i giri di vite non stringessero solo i centri sociali ma anche le curve degli stadi, senza mai violare la legge: nessuno di noi ha mai dimenticato la scuola Diaz di Genova. Il punto è: come ci si difende? Analizzando caso per caso, senza generalizzare, e ricordando che la responsabilità è sempre individuale.
Insomma, ho le tue stesse paure; ma finché abbiamo delle istituzioni democratiche dobbiamo sperare e impegnarci perché resistano.
Per stessa ammissione di alcuni Black Block (ammesso che queste interviste fossero reali) mazze e “armi” erano nascoste in piazza da parecchi giorni, i furgoni con l’armamentario parcheggiati anch’essi da giorni in una zona di Roma dove un furgone parcheggiato desta attenzioni. Non voglio cadere nel complottismo ma allora devo propendere per il pressapochismo.
Venendo alla manifestazione in sè concordo abbastanza su quanto letto stamattina su un blog. E’ stata una manifestazione idiota, non per i temi e le rivendicazioni, ma per la conduzione e per le presenze (Cobas, ex comunisti, popolo viola, precari, etc).
Nel resto del mondo è andata diversamente perchè erano basate su presupposti diversi le manifestazioni, valga per tutti l’esempio di Occupy Wall Street.
La storia insegna che la non violenza vince sempre sulla violenza. Ce lo hanno insegnato Gandhi, Thoreau e il ragazzo di piazza Tien An Men.
Più che altro è che gli italiani non sanno fare nè proteste, nè rivoluzioni. Non è sfasciando banche, negozi, auto che si cambiano le cose, magari bisognerebbe provare a bloccare i servizi essenziali per una settimana o anche più come è successo in Francia per la riforma pensionistica.
E anche la reazione dei nostri governanti è vecchia e idiota. Invocare una legge che ha fatto morti inutili, che non ha risolto nulla (3 anni dopo la Reale hanno assassinato Moro e negli anni successivi hanno ammazzato o gambizzato decine di persone) o impedire le manifestazioni è ridicolo oltreché pericoloso.
Si è persa un’occasione. E si è persa anche malamente.
Sottoscrivo il tuo commento, @Alessandro. E’ proprio il contrasto con lo spirito di #occupywallstreet che più mi amareggia. Ho seguito i primi giorni di quella protesta su http://www.democracynow.org e vedo due grosse differenze: primo, a Zuccotti Park la non violenza è il presupposto per protestare; secondo, la consapevolezza mostrata da quei manifestanti è ragguardevole, soprattutto se la confrontiamo con le idee strampalate che il movimento, in Italia, sta manifestando.
[...] e della Pubblica Amministrazione. Non sono consapevoli della propria ingenuità. Come già avvenne lo scorso autunno, l’occasione di mettere in luce le effettive responsabilità della crisi è stata sprecata. I [...]