L’ira degli dei

E’ l’alba. Non so ancora se Torino ha retto all’ondata di piena. L’ira degli dei. Po, Stura, Dora e Sangone sono statue arrabbiate. Mentre mi accingo a tornare in strada, la memoria affonda nel 1994 e nel 2000. Negli ultimi venti anni abbiamo continuato a consumare territorio. Viviamo ogni anno la nostra stagione dei monsoni. Se non altro, abbiamo imparato ad organizzarci. Ovvero, non sono così stupido da pensare che ieri Twitter abbia salvato la città, ma mi illudo che in queste ore l’hashtag #allertameteoPM abbia contribuito a trattenere alcuni fra le pareti di casa e lontano dai ponti. Coraggio, si riparte.


    • Ciao @Alessandro,

      grazie. Ma non direi che sono diventato famoso :) Forse è solo una piccola dimostrazione del fatto che stiamo disintermediando i flussi di informazione. Credo che lo spirito del post di Vittorio Pasteris sia questo e mi ci ritrovo completamente. E’ un lavoro entusiasmante, a cui stiamo partecipando tutti. Oggi abbiamo la possibilità di esprimere un’opinione e vederla rilanciata di bocca in bocca. E’ una bella approssimazione del libero mercato delle idee. So che continueremo a costruirlo insieme.

  1. Alesssandro says:

    Io, pur andando contro i miei interessi di giornalista da carta stampata, ripeto da anni che i media come noi li conosciamo sono destinati a scomparire e primo fra tutti la carta stampata che vive in costante ritardo. I social network e i blog saranno sempre di 10 passi avanti e se non mi inganno la rivoluzione è cosa di pochi anni.
    Noto anche una crescita del cosiddetto citizen journalism e in certi casi fa anche piacere se i contenuti sono genuini e non morbosi.

    Rinnovo comunque i miei complimenti. Emergere nella massa dei post di Twitter non è comunque cosa da tutti. ;)

    • Complimenti a parte, @Alessandro, è bello che tu lo dica con questo piglio. Io provo a trasformare la tua constatazione in un auspicio: spero che i blog aiutino i giornali a cambiare, non a morire. Sarebbe già qualcosa se lo stimolo che viene da un rinnovato mercato delle idee determinasse un circolo virtuoso per cui ad affermarsi, fra chi scrive sulla carta stampata, siano coloro che più sanno invece dei mediocri. Ma è un mondo che io conosco solo dall’esterno. Sto per concludere con Salvatore D’Agostino, su Wilfing Architettura, un dialogo che affronta proprio questo tema. Sarò contento se mi dirai cosa ne pensi: appena lo pubblichiamo, ti coinvolgo nella discussione :)

  2. Alesssandro says:

    Ben volentieri. Attendo notizie allora ;)

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