E’ come una guerra

Il partito del cemento piange lacrime di coccodrillo. Non ha mai smesso di riempire le casse dei Comuni a suon di oneri di urbanizzazione. Continuerà a ungere come ha sempre fatto. Si è giovato di condoni edilizi, ha potuto violare sistematicamente le leggi che proteggono il suolo. Nelle private stanze già smette i finti panni del lutto per fregarsi le mani. Ciò che fiumi e montagne portano via dovrà essere rimesso a posto. E’ come una guerra. Ad arricchirsi sono gli infami. Ma noi, ci faremo fregare un’altra volta? Passeremo dalla commozione all’apatia della distrazione? Intanto, l’acqua continua a salire.

Calogero D'Angelo Favata - Turin

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