Ansioso terrazzo notturno

Ansioso terrazzo notturno. Si apre sulla corsa di quattro ruote. E’ un declivio di rottami e plastiche bruciate. Catapecchie allamierate sotto lo stradale. Uomini sporchi, sconci di un ignorante tripudio. Ha la voce di una pompa di benzina abbandonata. Si colora di luci opache, arreticolate verso Nord. Si punteggia di arancio slavato, è secco di pioggia perduta. Io risalgo una rampa di ghiaccio. Cinge un deserto di asfalto ammuffito. Torino soffre una densa solitudine. E’ stata abbandonata da tutti. Signori, spettri e puttane. Il perfetto rilievo geometrico dei sobborghi operai sembra presagire un futuro di libertà. Eppure, tutto sprofonda nel buio.