Tornarne all’altezza

Sul crinale dell’alba l’alito delle montagne si stende nei parchi deserti. E’ quiete annoiata. Risveglio delicato di impiegati e operai. Le case non sono perfette; si guardano distratte, pallidamente uniformi. Eppure hanno un senso. Le strade diritte, le piante frapposte. Gli invecchiati giochi dei bimbi sulla piazza. Le scuole, i bassi caseggiati degli edifici pubblici. Ti fermi, ci pensi. E allora ti ricredi. Rifletti sulla bontà anonima dei secondi anni Settanta. Mentre i brigatisti mettevano a ferro e fuoco la città, qualcuno in silenzio la sapeva amministrare. Dobbiamo riscoprire quell’esperienza. Capirne gli errori, ma tornarne all’altezza.