Archive for July, 2011
July 31st, 2011
Voci e silenzi. Opposizione di movimenti su fisse superfici. Si annebbia una parvenza di serenità. Affido inutilmente al sonno speranze che verranno tradite prima dell’alba. Un urlo attraversa la strada. Risveglia il perso tentativo di non avere consapevolezza. E’ un richiamo di solitudine. Riempie di finta vivacità il muto languire della notte. Ne consuma tutto il piacere. Abbandono un ennesimo frammento di vita al capriccioso volere di un ozio forzato. Mi illudo che solo in questo ci sia verità. Nella compiaciuta autoreferenzialità dell’azione troverò un senso di me. Ma nulla sono, ora, se non purezza inerte di un pensiero agonizzante.

->pieceoplastic – torino bananas & pears<-
July 30th, 2011
Se il principale azionista di Fiat ha deciso di fare a meno dell’auto e di investire il proprio patrimonio in altri luoghi o settori, dovrebbe dirlo chiaramente. La presentazione dei nuovi vertici aziendali, che sembrano ridurre l’Italia ad uno dei tanti mercati del gruppo Fiat-Chrysler, e la vaghezza del piano Fabbrica Italia, di cui ancora non si conoscono i contenuti concreti di investimento, fanno pensare che Torino non sia più nel cuore di questa azienda. Ora, poiché la famiglia Agnelli è qui, sarebbe utile sapere che intenzioni ha. Il futuro ha da essere senza Fiat? Bene, allora. Ricominciamo a inventarlo.
July 29th, 2011
Cosa resta alla fine del giorno? Il fango schizzato sull’asfalto. Il buio di una prigione di pietra. Colano gocce di sangue sulla terra. Un ruggito di camion sibila femmineo su rotaie bagnate. La pellicola pareva infiammarsi. Il rigurgito stentoreo di un vecchio confessava il senso ultimo. Le vittorie non contano: l’unico metro della grandezza è la foga con cui si affondano gli occhi nel vuoto. La dolce stupidità con cui si ingoia la sconfitta. La presa impossibile di chi si rialza all’ultimo secondo. Fermo sotto il peso degli anni. Leggero di nebbia. Affogato nel magma di una pozza nuda, libero.
July 28th, 2011
A volte ciò che sogniamo diventa vero. Stasera ho guardato la solita auto parcheggiata abusivamente in un posto per disabili, e mi sono sentito impotente. Ho sempre voluto un mezzo per segnalare ciò che non va: rifiuti sversati, vandalismo impunito, dissesti stradali, verde deturpato, segnali abbattuti, affissioni clandestine. E’ bastato aprire la mia casella di posta per sapere che tutto questo esiste già: è una App per iPhone e Android, si chiama Decoro Urbano (WE DU!), e aspetta soltanto che cominciamo a usarla. Un solo obiettivo, ora: migliaia di segnalazioni su Torino. Aiutiamo la Città. La democrazia rinasce dal basso.
July 27th, 2011
Ho pensato a lungo, leggendo questo bellissimo reportage di Pietro Bondi. Credo di conoscere il Movimento No Tav quanto basta per sapere che è fatto di persone perbene, non violente. Eppure più rifletto più arrivo alla stessa conclusione. Non ci si può stufare se le proteste pacifiche non ottengono risultati immediati. Non si può pensare che il lancio di pietre sia una soluzione. Nemmeno se sono in pochi a farlo: quei comportamenti vanno stigmatizzati, altrimenti chi ha simpatia per questa causa smetterà di averla. L’unico modo per dimostrare che si è in buona fede è uscire dall’angolo. Usare buoni argomenti.
July 26th, 2011
Me lo sono chiesto, mentre la terra tremava. Se tutte le nostre belle pretese sulla sicurezza siano vere. Il rito fiacco delle esercitazioni fatte per puro scherzo. La svogliatezza di chi non percepisce il rischio. L’ansia molle che sfida il destino. Il fatalismo sciocco dei topi in gabbia. Noi non ci crediamo. Non prendiamo le cose sul serio. Non sappiamo dare un prezzo al pericolo, perché viviamo troppo comodi. Mentre dovremmo saper correre come orologi. Avere la certezza di ciò che si deve fare. Aiutare gli altri a non avere paura. Crediamo sempre che non ci tocchi. E invece no.
July 25th, 2011
Il vento spandeva spasmi gelati lungo il dorso delle montagne. Fiaccole punteggiavano il buio. Folla, e bianche bandiere al vento. Abbracciai un fratello ritrovato. Era il sorriso di un figlio. La muta mitezza di un amico. Un bicchiere di vino aprì il ricordo di un verso. Un gomitolo si dipanava attraverso le ombre. Lungo il fiume il pensiero si confondeva. Quante volte avevo calpestato le stesse pietre? Infinito succedersi di gambe. Lontano dal clamore la Storia cammina in silenzio. Porta sulle spalle il faro acerbo della ragione. La bellezza non conosce se stessa. Mormora le lacrime di un canto partigiano.