L’Italia è ignorante

Non è una macchina del fango. Le contraddizioni che oggi schiacciano la Lega Nord sono un vento liberatorio. La scopriranno i giudici, la verità. Nel frattempo, noi dobbiamo ricordare. Roma ladrona, il cappio in Parlamento, il celodurismo, la xenofobia. E la colpevole indulgenza di cui Umberto Bossi ha sempre goduto. Sarà difficile spiegarlo alla buona fede degli operai, dei contadini e dei piccoli imprenditori che per anni gli sono andati appresso. Anziché cercare un lavacro per la propria coscienza, avrebbero dovuto mettere in discussione se stessi. La storia sta facendo il suo corso, ma il problema resta. L’Italia è ignorante.


  1. rem says:

    siamo ignoranti perché non vogliamo vedere le cose per quello che sono, perché preferiamo le versioni raccontate dagli altri (edulcorate, consolatorie, violente, fantasiose, manipolatorie) alla visione diretta e personale.
    é una condizione diffusa, se non esistenziale, dalla quale però è possibile uscire. Anche seguendo la tua strada.

    • La mia strada è poco o nulla, @rem. Ma come sai, l’unica cosa che conta è sapere di non percorrerla da solo. Nel momento in cui spegniamo la televisione per privilegiare altri strumenti, in effetti, abbiamo fatto già qualcosa. A presto e senza tetto, come sempre.

  2. GiuSci says:

    La buona fede? Forse in Piemonte. In Veneto un cappio si potrebbe ricavare dalle bandiere col “sole delle Alpi” che sventolano sui balconi. Quando un contadino imbecille, un operaio imbecille, un imprenditore imbecille (e uno studente imbecille, ne conosco) sostengono slogan come “il Veneto prima di tutto”, il passo successivo sarà “la mia famiglia prima di tutto”. Non c’è ignoranza che giustifichi gente del genere. Per di più quella spugnetta atrofizzata che hanno nella testa li preserva da comprensione e vergogna. Noi invece ci consumiamo il fegato.

    • La buona fede c’è. E’ nell’ignoranza delle persone. Ho smesso di consumarmi il fegato, perché penso che la soluzione sia in primo luogo culturale e poi politica: il legislatore dovrebbe restituire risorse alla scuola pubblica, riformare la radiotelevisione e la pubblicità, sostenere il cinema e le arti, combattere l’evasione fiscale e difendere il paesaggio. Se ricominciassimo da lì, forse, la politica farebbe qualcosa di buono per la cultura. E allora, col tempo, le cose cambierebbero.

  3. rouge says:

    Certe cose non vengono mai fuori per caso, per tempi e modalità. C’è un ventennio da buttare, una pagina da girare, un’altra storia da scrivere. Ci si augura che non cambi solo lo stile, ma anche il contenuto (ma nulla cambia veramente mai). Chi prenderà il posto di Pd-Pdl-Lega-TerzoPolo? All’orizzonte ancora non si vede, ma qualcosa mi dice che presto rivedremo un “nuovo” avanzare. Per quel che mi riguarda non gli crederò.

    • Ciao @rouge,

      il mio timore è che si assista ad un remake del biennio ’92-’94: i tecnici intervengono per rimettere in sesto gli squassi della politica, i cittadini pagano e le seconde linee si impadroniscono del campo lasciato vuoto dalle prime linee travolte dagli scandali. Ho l’impressione che se ne uscirà da destra. Ciò che ancora non abbiamo visto è l’apparire sulla scena di un Berlusconi dalla faccia pulita: i candidati non mancano. Vedremo.

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