Cashtags? L’idea è geniale, nella sua semplicità. E mi sembra un caso di innovazione da manuale: in questo modo, Twitter finirà per reintermediare informazioni che – tanto per restare nell’ecosistema Apple – erano confinate su Stocks. La trasformazione del denaro da deposito del lavoro a strumento di informazione, lungo il solco tracciato da Marshall McLuhan, si fa sempre più evidente. Resta un’incognita di fondo: la velocità di circolazione dell’informazione incrementa la corrispondente velocità di circolazione del denaro; al tempo stesso, le istituzioni politiche ed economiche si mostrano sempre più lente ed ingessate. Qualunque sia la risposta, a questa forza non potranno opporsi.
Archive for July, 2012
Sulla panca si stende un odore marcio. Un cane s’ingorga di gocce sciupate. La schiena si gonfia, sotto la chiesa. Torino è un dialogo invisibile di rami e soffitte. Un tripudio di spezzati disegni lambisce le facciate. Le ruote scivolano verso Nord. Si chiudono buie nell’ansa del fiume. Lampeggi di fabbriche gridano marroni. Sono tentacoli sudati che non trovano senso. Un’ombra si staglia sulla fronte di un bar. Mi osserva incredula fra le lamiere di un carro abusato. L’orizzonte non si placa. Costruisce pieghe di montagne oltre i colli appassiti. Il vetro grida vendetta. La morte non si è consumata.
Pare che dalla necropoli di San Cerbone l’Italia fascista estrasse non meno di tre milioni di tonnellate di scorie di ferro. La follia autarchica di Benito Mussolini non poteva fare a meno dei rottami, per produrre una materia prima di cui il Paese in natura non disponeva più. Gli archeologi combatterono una doppia battaglia: contro la violenza del cantiere e contro la rapacità dei tombaroli. I tumuli furono distrutti, sfondati dalla furia dele ruspe. La pigra solerzia di un latifondista, tuttavia, risparmiò il golfo di Baratti e la rocca di Populonia dalla speculazione edilizia. Oggi uccidono Rimignano. I figli dimenticano.
->Baratti – Tomba delle Pissidi Cilindriche<-
Spirito olimpico. Mentre la delegazione di un Paese sull’orlo della bancarotta sfila in cappotto e borsetta sotto le insegne di “Mamma sono qui”, parodia dell’opulenta delegazione craxiana in Cina del 1986, i telecronisti della televisione pubblica commentano allegramente le tragedie del mondo con un buon senso piccolo borghese indegno anche per una bottega di barbiere: l’Iran inappellabilmente colpevole del più recente attentato, Israele perseguitato perché il Comitato Olimpico non ne accoglie i capricci e le migliori atlete del pianeta semplice oggetto di velati apprezzamenti estetico-sessuali. Una berlusconiana lezione di geografia soft-porn. Il televisore è rotto. Ce lo meritiamo, Alberto Sordi.
->Nanni Moretti, Ecce Bombo (1978)<-
Il giorno saliva sporco, ma noi lo attendevamo. Era una lama sdraiata sulla monnezza, saturava la buccia di un dorso ferito. Giungeva tardi e irrequieto, come se stesse per ucciderci. Si affannava fra le canne, sulla riva di un fosso. Era un uomo stanco, s’asciugava il sudore su una fronte esausta. Ci teneva per mano in nere notti d’asfalto. Su una soglia di vetro riconduceva la realtà ad un gesto. Il buio sarebbe durato trent’anni. Ne avrei indagato il tumulto scavando nelle scartoffie di un filosofo. Avrei continuato a farlo, senza nascondermi. Parlammo da soli, sui pedali. Se taci, muori.
L’Europa c’era. Guardò oltre le stragi naziste e concesse che si tornasse a investire nel carbone e nell’acciaio. Abbracciò Berlino Ovest, per farla sopravvivere. Non si spaventò quando cadde il muro e accettò che gli investimenti necessari per la riunificazione delle due Germanie mettessero sotto pressione franco, lira e sterlina. Poi permise ai tedeschi di sfruttare l’iniziale debolezza dell’euro per favorire le esportazioni di beni prodotti in Germania. Riabilitò l’esercito tedesco e il suo ruolo all’estero. La Grecia comprava carri armati, la Spagna costruiva case coi surplus commerciali tedeschi. Ora che la Germania deve metter mano al portafogli, l’Europa c’è?
La mafia e pezzi dello Stato andranno a processo insieme. Oltre a ribadire il principio della presunzione di innocenza, l’aspetto centrale dell’inchiesta giudiziaria sulla trattativa fra Stato e mafia sembra essere davvero questo. Del resto, una verità storica bisogna acclararla: nell’estate del 1992 la ragione stava dalla parte di un uomo che si sentì tradito e saltò in aria in un caldo pomeriggio di luglio; se qualcun altro nel frattempo trattava con Cosa Nostra, certamente non difendeva lo Stato. Poi, dopo le bombe del 1993, gli Italiani si chiesero perché la mafia deponeva le armi. Chi scese in campo? Risponda.
->Paolo Borsellino – In memoria di Giovanni Falcone (1992)<-