Posts Tagged ‘Procura di Torino’

In un cassetto

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Scrivere sui muri che il Procuratore Generale di Torino è un mafioso non significa soltanto essere ignoranti, significa essere folli. Gian Carlo Caselli ha combattuto contro le Brigate Rosse e Prima Linea; e dopo la morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino partì volontario per la Procura di Palermo. E’ lo stesso uomo a cui il Governo di Silvio Berlusconi impedì con una legge fatta apposta di diventare Procuratore Nazionale Antimafia. Allora, lo dico a malincuore: se il Movimento No Tav non sconfesserà pubblicamente chi scrive queste frasi, la mia bandiera bianca resterà ripiegata su se stessa. In un cassetto.

d(A)ve Photography© - 21 Marzo 2009 @ Libera

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Ritrovate voi stessi

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Io condivido larga parte degli argomenti del Movimento No Tav. E ognuno, anche in televisione, è libero di esprimere la propria opinione. Ma apprezzo che il Tribunale di Torino stia ristabilendo un principio: le manifestazioni devono essere pacifiche. Questo è ancora più importante del Tav. Da quando si è cominciato a dire che le proteste pacifiche non servirebbero più, il movimento non è più in sintonia con la realtà. Lo si è visto a Torino, durante lo sciopero generale del 6 settembre scorso: anziché cercare di convincere i manifestanti, gli attivisti No Tav hanno finito per spaventarli. Ritrovate voi stessi.


Io devo ricordare

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La fabbrica è rimasta lì, ferma nella desolazione di Corso Regina Margherita. Ormai è un tetro fantasma che non rimbomba più. Resta adagiata oltre il fiume, sopra il parco silenzioso. Il giorno che seguì la tragedia era un vago fumo bluastro. Lo guardammo colmi di dubbi e rimorsi. Torino aveva dimenticato se stessa, le sue radici. Poi abbiamo aspettato per anni. Abbiamo creduto nella Magistratura: volevamo conoscere la verità. Ora sappiamo che i sette operai della Thyssenkrupp furono uccisi dall’accidia di chi li comandava, dalla trascuratezza di chi doveva proteggerli. Oggi ascolto e riascolto le loro voci. Io devo ricordare.


Sette anonimi chilometri

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Caro Presidente della Repubblica, sono un cittadino di Torino e mi vergogno. Se quanto leggo su Repubblica è vero, infatti, una strada che sarebbe dovuta costare attorno a 33 milioni di euro ne è costati, in realtà, 77. E’ pure corta. Sette anonimi chilometri. 44 milioni di euro, invece, sono tanti: ci si potrebbe coprire la città di piste ciclabili. La magistratura indaga e la mia indignazione resta. Vede, Presidente, se avessi un mantello di sette chilometri ce lo stenderei sopra, per fare in modo che la sua auto non si sporchi. La prego: il 19 marzo, non la percorra.


Le condanne sono un fatto

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Coloro che in buona fede non capiscono perché molti, in Val Susa e a Torino, si oppongono alla costruzione del TAV, dovrebbero andare lassù: a Venaus, a Chiomonte, a Susa. Dovrebbero parlare con le persone del posto e farsi raccontare come avvengono le gare d’appalto per l’assegnazione dei lavori. Le condanne sono un fatto. La verità si muove. I magistrati continueranno a fare il loro lavoro. Gli avvocati difensori anche. Il tempo costruirà memoria e poi racconterà questi anni, nel bene o nel male. Ora, invece, ognuno ha il dovere di chiedersi perché la fiducia dei cittadini vacilli, si perda.


Lo ha detto con occhi fermi

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Lo ha detto con occhi fermi. Con il piglio irremovibile di chi sconfisse il terrorismo e ferì la mafia. Forte della consapevolezza che ormai Silvio Berlusconi sta massacrando le istituzioni di questo Paese. Sì, la misura è colma. Perché non ci si può sottrarre alla legge accusando chi ha il dovere di farla rispettare. Il procuratore Gian Carlo Caselli non è solo. Non lo sono i giudici di Torino. Ci raccoglieremo attorno ai Palazzi di Giustizia. Li difenderemo senza piegare la schiena alle urla del despota. Lo affronteremo colla voce di Dante: “Amate la giustizia, voi che comandate in terra.”