Posts Tagged ‘Sergio Marchionne’
February 26th, 2012
L’intervista di Massimo Mucchetti a Sergio Marchionne è una bella lezione di giornalismo. Nel merito, una sola cosa si può chiedere alla FIAT: non giochi a poker con il destino di una città. I mercati hanno bisogno di certezze. Altrettanto gli uomini. Se il problema è la capacità produttiva in Europa, è meglio saperlo subito; purché design, progettazione, motori e trasmissioni restino in Italia. I partiti politici e i sindacati non devono cercare complicità, bensì esigere chiarezza. E se questo significa chiudere Mirafiori, si tratta di stabilire come e quando. Perché Torino ha il diritto di conoscere il suo futuro.

->Giampaolo Squarcina – Case Fiat<-
August 25th, 2011
Il Presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, sembra non aver gradito l’endorsement di Sergio Marchionne a Luca Cordero di Montezemolo. Intanto, emerge con chiarezza che la misura a posteriori sulla validità dei contratti aziendali è stata scritta per la FIAT. Il Partito Democratico, nel frattempo, barcolla come un pugile suonato: ha trascorso l’ultimo anno a corteggiare il Lingotto e ancora non realizza che un italiano su tre, dopo aver votato per il presidente del Milan, ora è pronto a votare per il presidente della Ferrari. Del resto, alcune delle sue proposte sorpassano a manca Bersani, Veltroni e D’Alema. Povera Sinistra.
March 27th, 2011
Se è per ragioni fiscali che la FIAT si appresta a trasferire la propria sede negli Stati Uniti – il dubbio è dovuto – ciò significa che si è perso completamente il senso di appartenere ad una comunità. Agli albori dell’industria, pur affondando le mani nel paternalismo, gli imprenditori disponevano di questa fierezza. Fare soldi significava far crescere il territorio. Svilupparlo per creare ricchezza da redistribuire localmente, almeno in parte. Oggi pare che non sia più così: si investe alla cieca, puntando il denaro su una roulette. Ma è proprio questo che segna la differenza fra essere industriali ed esser finanzieri. Ripensateci.

->Smallmind – Fiat 600D 1965 #01<-
February 13th, 2011
Lo giudicheremo dai fatti, l’impegno della FIAT per Torino. Per ora, due cose ci preoccupano: Sergio Marchionne ha dichiarato che l’azienda investirà 20 miliardi di euro in Italia, ma poco è dato sapere su come questo denaro sarà investito. Nel 2014 si discuterà della sede del gruppo FIAT-Chrysler, ma nulla assicura che si tratti di Torino. Il governo dovrebbe chiedere precise garanzie per il futuro ed esigere che i diritti dei lavoratori vengano sempre rispettati, anziché curare le relazioni esterne della FIAT. Ma tutti, tranne la FIOM e pochi altri, applaudono. Salgono sul carro. Autorità locali, partiti, sindacati. Seguono in ordine sparso.
->Fabrizio Zanelli – South Skyline<-
February 6th, 2011
Si può anche provare a smentire, ma le parole restano. Hanno un significato. Sergio Marchionne vorrebbe spostare la sede del gruppo FIAT-Chrysler negli Stati Uniti. Lo scenario è coerente: i sindacati americani esercitano la forza degli azionisti, il governo americano presta denaro e aiuti, FIAT investe massicciamente in America con nuovi modelli e sfrutta un mercato in ripresa. In Italia, invece, il sindacato non consenziente viene estromesso dalla fabbrica, il governo si limita a servire l’azienda, FIAT non investe in nuovi modelli e smobilita da un mercato in declino. Ma gli azionisti italiani cosa pensano? Dove è la famiglia Agnelli?
->ChrisGoldNY – Helipad Headquarters – Le Meridien Lingotto Hotel<-
January 10th, 2011
Intenzione folle? Gesto incosciente? Chiunque abbia scritto quelle parole contro Sergio Marchionne non ha fatto un favore ai lavoratori della FIAT che rivendicano i propri diritti. Nelle ore in cui la CGIL annuncia il suo sostegno allo sciopero proclamato dalla FIOM per il 28 gennaio, quelle scritte sul cavalcavia di Corso Sommeiler riportano la città indietro, in un abisso in cui nessuno vuole tornare. I contorni non sono chiari, la condanna è unanime. A tutti spetta il compito di mantenere i nervi saldi, nella settimana in cui si terrà il referendum sull’accordo di Mirafiori. Che nessuno butti benzina sul fuoco, adesso.